I demoni di Berlino

Prologo alternativo
Ury Lesser, Nocturnal Street Scene, Berlin

Quando capisce di essere seguita è troppo tardi. 

La sera è calata da poco, e le strade sono piene di uomini in impermeabile stretti a donne dalle cuffie colorate, una marea di volti stanchi ma felici alla fine della giornata. La ragazza li scruta mentre cammina rapida sul selciato, che ticchetta come grandine sotto i suoi tacchi. Chi tra loro potrebbe aiutarmi?, si domanda, Chi?, anche se sa bene che non può fidarsi di nessuno. Nella grande città vivono milioni di persone, ma lei è sola. 

Si volta per controllare, e l’uomo è ancora lì: rimane a distanza, ma il cappello a tesa stretta è inconfondibile. Quale pedinatore andrebbe in giro conciato a quel modo? Un dilettante, si dice la ragazza con un moto di speranza. Oppure un professionista sicuro di sé. Un professionista vanesio. Tra le fila del nemico se ne contano parecchi. Se è uno di loro, questa volta è spacciata. 

Accelera il passo, le caviglie doloranti per i sandali alti, cui non è abituata. A metà del viale, subito prima di un caffè illuminato a giorno, c’è un vicolo nascosto. La ragazza lo nota all’ultimo secondo, ma il suo corpo è più veloce della mente: di scatto svolta a destra e imbocca il passaggio, senza darle il tempo di pensare. 

Il buio cala improvviso. Il rumore del viale è lontano, attutito come in sogno. La ragazza si piega rapida per slacciarsi i sandali, poi a piedi nudi corre via, più veloce che può. L’altro lato del vicolo è a una trentina di metri. Se lo raggiunge potrebbe anche salvarsi. 

Non vede l’ostacolo sbucare dalle tenebre. Sente solo una fitta lancinante alle ginocchia, poi un breve volo e lo schianto contro un bidone di metallo. 

A terra, ansante, la testa che pulsa come un pesce fuor d’acqua, la ragazza ascolta inerme mentre i passi si avvicinano e si fermano al suo fianco. 

«Rosa, Rosa» si sente chiamare, una voce maschile dal tono divertito. 

Quando alza lo sguardo, non è il cappello a tesa stretta ciò che vede, ma un volto conosciuto. Un volto dal passato.  

«Tu?» ha solo la forza di dire, incredula. 

L’uomo si china su di lei, la luce del vicolo che gli illumina gli occhi. «Io» le risponde con un sorriso compiaciuto. Poi estrae una pistola, la solleva quanto basta. 

No!, vorrebbe urlare la ragazza, ma non riesce. 

Mentre un calore sconosciuto si allarga sulla sua fronte, le resta solo il tempo per un ultimo pensiero – non per sé, non per la vita, né per la causa superiore che serve da anni. 

«Siegfried» sussurra a fatica, il cuore pieno di rimpianto. 

«Non temere» risponde l’uomo dal passato. «Mi occuperò anche di lui.»

© Fabiano Massimi 2021

Immagine: Ury Lesser, Nocturnal Street Scene, Berlin

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